Investimenti in argento facili e sicuri

argento e pietreArgento e Oro… Oro e Argento… Come lo si voglia leggere, è sempre questo il più prezioso dei binomi che gli uomini conoscano. A livello di storia, diffusione e fascino, nessun altro metallo raggiunge gli stessi livelli, e se l’oro si merita il primo gradino del podio, l’argento lo segue a ruota.
Storicamente, la tradizione dell’argento è antichissima: le prime lavorazioni che si conoscono risalgono al II secolo a.C. Inizialmente il metallo veniva usato per realizzare oggetti semplici, sfruttando la grande malleabilità che ne rende la lavorazione particolarmente facile. Oltre alle proprietà meccaniche, l’altra caratteristica decisiva per la fortuna dell’argento è stata la sua particolare colorazione. L’etimologia stessa della parola argento deriva dal termine greco argos, che può significare sia bianco, sia brillante, a sottolineare la prorpietà di riflettere la luce.
Come detto, ciò lo rese adatto fin da subito per realizzare oggetti di pregio e dall’alto valore simbolico. Per arrivare, invece, a vedere i primi esemplari di quella che è stata per secoli un’altra destinazione dell’argento, le monete, bisogna arrivare al VII secolo quando, in Grecia, iniziarono a circolare tra la popolazione più ricca.

La consacrazione definitiva di questo metallo, si ebbe, però, solo con il diffondersi del lavoro degli artigiani, in grado di realizzare splendide lavorazioni decorate per oggetti destinati alle famiglie più nobili, sia per quanto riguarda i monili, sia per le argenterie di uso più domestico.
Se, come detto, la lucentezza è la principale caratteristica dell’argento, in un certo senso è anche il suo primo “nemico”. A contatto con l’aria, infatti, l’argento tende a ossidarsi e, di conseguenza, a scurirsi, perdendo brillantezza e diventando nero. Per fortuna nulla che non si possa risolvere, oggi, con l’utilizzo di prodotti appositi, facilmente reperibili. Per rallentare, comunque, il fenomeno dell’ossidazione, si possono prendere alcuni, semplici, accorgimenti, come quello di non esporre il metallo a fonti di luce dirette, e non metterli vicino a oggetti di legno.

Diffuso capillarmente in tutto il mondo, l’argento di oggi proviene principalmente dai paesi centro americani, con il Messico e il Perù a guidare il comparto ormai da lunghissimo tempo. Relativamente nuovo, almeno in queste quantità, è l’apporto della Cina, che negli ultimi anni ha visto incrementare in maniera molto sensibile la sua produzione. Il perché è presto spiegato: in origine, come succede per tutte le altre risorse naturali, la principale fonte da cui veniva l’argento erano le miniere. Miniere che, oggi, non sono certo scomparse, ma il cui apporto è decisamente minore rispetto a quello che vede estrarre il prezioso metallo come prodotto secondario di altre lavorazioni. È evidente che una miniera di argento puro, per quanto ricca, sarà comunque meno redditizia di una miniera, per esempio, di rame, dalla quale posso ricavare, con un’unica estrazione sia, appunto, il rame, sia l’argento che ad esso si trova spesso legato e che può essere facilmente separato permettendo di avere due metalli distinti con un’unica estrazione, ottimizzando così i costi di materiali e di manodopera.

Continui miglioramenti che tengono il passo di un mercato sul quale la richiesta di argento è sempre molto alta. D’altro canto, tanti sono i settori all’interno dei quali questo metallo è abitualmente impiegato, non solo per quel che riguarda la gioielleria e l’arredamento, ma anche nei settori industriali come quelli delle lavorazioni elettroniche, dell’odontoiatria della medicina e della chimica.

L’argento più conosciuto rimane comunque il cosiddetto argento sterling, chiamato anche argento 925 dalla quantità di metallo d’argento presente nella lega: 925 millesimi, appunto. Il restante 7,5% è, invece, costituito dal rame, necessario per stabilizzare e lavorare meglio l’argento stesso.
Per il suo alto valore, l’argento è, da anni, molto utilizzato come bene sul quale investire finanziariamente. Sul mercato, l’apice assoluto fu raggiunto nel 1980, anche grazie alla fortissima speculazione operata da due miliardari statunitensi che arrivarono quasi a monopolizzare gli scambi: dalla fine del 1979, nel giro di pochi mesi il prezzo dell’argento passò da 11 dollari l’oncia a 50 dollari l’oncia, consentendo ricavi stratosferici a chi ne seppe approfittare. Solo due mesi più tardi, a dimostrazione dell’andamento anomale del mercato, il prezzo crollò addirittura a 10 dollari l’oncia.
Da quel momento in poi i valori rimasero più o meno stabili per oltre 20 anni, per poi risalire a cominciare dal 2005. A marzo 2008, prima del deflagrare della crisi economica mondiale, il prezzo raggiunto era di 20 dollari l’oncia.
La storia di alti e bassi dell’argento subì allora un tracollo, facendogli perdere il 60% del suo valore nell’arco di pochi mesi. Ma, ancora un volta, la storia del prezioso metallo non era finita: dall’aprile del 2011 a oggi, infatti, gli investimenti sono tornati a crescere in maniera eccezionale, riportando il mercato ai livelli di quel 1980 che si pensava irraggiungibile.
Fino a oggi, da 117 anni a questa parte, il prezzo dell’argento è fissato nel cosiddetto “fixing“, che si tiene giornalmente a Londra e nel quale alcuni dei principali operatori finanziari e brooker autorizzati stabiliscono, in base a domanda, offerte e diversi altri parametri, il prezzo da comunicare ai mercati. La secolare tradizione, però, a mezzogiorno del 14 agosto 2014 manderà in scena il suo ultimo “spettacolo”, perché, un po’ a sorpresa, proprio nelle ultime settimane la London Silver Fixing Market Ltd ha dichiarato che il sistema di fissaggio del prezzo dell’argento subirà uno storico cambiamento.